Articolo aggiornato in data 08 novembre 2022

Introduzione
L'alopecia felina può essere definita come una mancanza totale o parziale di pelo che interessa diverse aree del corpo, senza che necessariamente siano presenti altri cambiamenti significativi a livello dermico superficiale.1,2
In linea generale, l'alopecia può essere la conseguenza di:
- un disturbo nella produzione o nella crescita dei peli,
- una perdita eccessiva autoindotta (dovuta a prurito o disturbo psicogeno)
- o una perdita eccessiva dei peli esistenti (rottura dei peli, follicolite o atrofia follicolare).
Diverse malattie feline possono causare quadri alopecici basati su questi meccanismi.1,2 Nel caso dell’alopecia spontanea, una delle più frequenti è la dermatofitosi .
Valutazione clinica dell’alopecia felina: alopecia spontanea o autoinflitta?
Un aspetto critico nella valutazione dell'alopecia felina è stabilire se la perdita di pelo sia spontanea o se invece sia dovuta all'azione del gatto, che strappa i peli leccandosi o grattandosi (alopecia autoinflitta) . A questo scopo, è fondamentale valutare l'aspetto dei peli al microscopio (tricogramma).
È importante stabilire se l'alopecia è focale o multifocale , diffusa o generalizzata , simmetrica o asimmetrica , e quale modello di distribuzione segue, perché questo contribuirà a individuarne la causa.
In ogni caso, l' esame non deve limitarsi alla pelle, ma deve essere effettuato un esame obiettivo completo per valutare l’eventuale esistenza di una malattia interna.2 Una volta che la valutazione iniziale del gatto con alopecia sarà stata completata, caso per caso potranno essere indicati ulteriori test diagnostici quali raschiature, esami citologici, determinazioni ormonali o biopsie.3
Dermatofitosi: una causa comune di alopecia felina spontanea
Nel caso dell’ alopecia spontanea , possono essere coinvolte diverse patologie, quali dermatofitosi, demodicosi, endocrinopatie (ipotiroidismo, iperadrenocorticismo e diabete mellito ), telogenic effluvium o disturbi nutrizionali, per citarne alcune. In questi pazienti, il tricogramma mostra solitamente peli normali in telogen che si staccano facilmente.1,2
Tra tutte queste malattie, una delle cause più comuni di alopecia e al contempo uno dei suoi segni clinici più caratteristici è la dermatofitosi .
La dermatofitosi è l’ infezione fungina più comune nei gatti e una delle malattie infettive della pelle più rilevanti che colpiscono questa specie. Infatti, è più comune nei gatti che non nei cani, anche se viene diagnosticata con minore frequenza perché molti casi sono asintomatici . È più comune nei gatti di età inferiore all’anno o in animali anziani con un sistema immunitario depresso.

Come si manifesta la dermatofitosi?
La dermatofitosi è una malattia zoonotica con un’elevata incidenza e un’alta capacità infettiva. È causata da specie del genere Microsporum, Trichophyton ed Epidermophyton. L’agente patogeno più frequentemente isolato è il Microsporum canis , come segnalato nella ricerca della Dott.ssa Moriello 4.
Questo fungo produce artrospore che vengono diffuse nell’ambiente attraverso i peli e la forfora e possono sopravvivere fino a un anno. Pertanto, non si trasmette soltanto attraverso il contatto con gatti malati o portatori sani, ma anche attraverso particelle di polvere, spazzole, indumenti e altri oggetti contaminati quando entrano in contatto con la pelle del gatto.
I principali sintomi della dermatofitosi nei gatti
L’ alopecia circolare è la lesione più tipica della dermatofitosi. Può presentarsi con aree focali di forma circolare o multifocali , con margini eritematosi e un certo grado di infiammazione . In alcuni casi si manifestano pelle iperpigmentata e papule, pustole follicolari o croste.
Il grado di desquamazione è variabile, ma solitamente si riscontrano peli rotti al centro della lesione. Nei gatti, le lesioni sono solitamente concentrate sulla testa e sono maggiormente comuni le forme generalizzate che si presentano come aree estese di alopecia diffusa e squamosa , che sono state associate a malattie immunosoppressive quali leucemia e immunodeficienza. Il prurito è di solito da lieve a moderato e generalmente i gatti non sviluppano febbre né perdono l’appetito.
Come si può prevenire?
A differenza di altre infezioni, la dermatofitosi non può essere prevenuta con vaccini, repellenti o antiparassitari. Tuttavia, sono svariati i fattori che aumentano il rischio di dermatofitosi sui quali si può lavorare per ridurne l’incidenza:
- Calore e umidità. Entrambe le condizioni sono terreno fertile per il proliferare delle infezioni fungine. È quindi importante asciugare bene il gatto dopo il bagno, soprattutto nel caso degli animali con pelo lungo e spesso.
- Pelle danneggiata. Quando la pelle è danneggiata, solitamente per via di microtraumi causati dal grattarsi, è molto più probabile che si diffonda l’infezione, quindi è importante curare qualsiasi tipo di lesione dermatologica del gatto.
- Scarsa igiene. La scarsa igiene favorisce la proliferazione dei funghi, infatti i gatti a pelo lungo, come i persiani, sono più inclini alla dermatofitosi perché il loro pelo impedisce una pulizia approfondita. Pertanto, qualsiasi fattore che limiti la toelettatura felina può agevolare lo scatenarsi di un’infezione fungina.
- Stress. Anche lo stress è stato collegato allo sviluppo della dermatofitosi, come suggerito da uno studio pubblicato sul Brazilian Journal of Microbiology 5, poiché abbassa le difese naturali dell’organismo, lasciandolo più esposto a tutti i tipi di infezioni. I proprietari dovrebbero dunque assicurarsi che il gatto viva in un ambiente tranquillo e che abbia gli stimoli necessari.
Gestione della malattia
A volte, nei gatti che hanno un sistema immunitario forte, la dermatofitosi scompare da sola, ma va notato che la scomparsa delle lesioni senza trattamento non sempre implica una guarigione, in quanto può essere associata a una fase di portatore asintomatico , quindi si raccomanda sempre di seguire una terapia.
- Terapia topica. La terapia topica forma parte essenziale del trattamento, essendo l’unico modo per eliminare le spore nel pelo e l’alopecia felina. Il trattamento topico più comune è costituito da risciacqui ripetuti due volte a settimana con una soluzione di enilconazolo o miconazolo con o senza clorexidina, come indicato in uno studio pubblicato sul Journal of Feline Medical and Surgery 6.
- Trattamento sistemico. L’ itraconazolo e la terbinafina sono i trattamenti più efficaci e sicuri per la dermatofitosi. La griseofulvina è un altro farmaco efficace, ma bisogna essere consapevoli che causa un maggior numero di effetti secondari. Fluconazolo e ketoconazolo sono altre opzioni di trattamento, anche se secondo uno studio pubblicato sulla rivista Veterinary Dermatology 7 sono meno efficaci e il ketoconazolo tende a causare un maggior numero di effetti secondari avversi.
- Disinfezione ambientale. Lo scopo della disinfezione dell’ambiente è quello di evitare la contaminazione da parte dei fomiti , quindi sarà necessario lavare tutta la zona in cui il gatto vive abitualmente.
La decisione di tagliare il pelo deve essere presa con grande attenzione perché, sebbene rimuova i peli infetti, può aumentare il rischio di ustioni terapeutiche e microtraumi che peggiorano temporaneamente l’infezione. Si raccomanda di tagliare il pelo solo in caso di mantello lungo oppure opaco che rende difficile l’applicazione della terapia topica, se le lesioni sono estese o se il gatto non risponde alla terapia.









